| E’ intuitivo che la “frenata” è quella manovra fisica posta in 
			  essere dal conducente di un veicolo al fine di arrestare nel più 
			  breve tempo possibile la marcia del mezzo. 
			Non è altrettanto intuitivo il risultato di numerose ricerche 
              scientifiche e di sperimentazioni pratiche effettuate da Enti vari, 
              preposti alla sicurezza del traffico e della circolazione, nonché 
              delle stesse Case costruttrici dei mezzi di trasporto. Da tali ricerche 
              emerge che numerosissimi sono i fattori che hanno influenza sulla 
              efficacia e sulla sicurezza di una azione frenante posta in essere 
              da un conducente: - fattori umani: come l’età, il sesso, le condizioni fisiche e 
			  psichiche, l’uso o l’abuso di particolari sostanze che modifichino 
			  ciò che viene denominato il “tempo tecnico di reazione”, e cioè 
			  l’intervallo di tempo che trascorre dal momento in cui il conducente 
			  si rende conto di una situazione pericolosa e “decide” mentalmente 
			  di frenare ed il momento in cui il suo piede “pigia” effettivamente 
			  e correttamente il pedale del freno;  - fattori meccanici: come lo stato di usura del sistema frenante, 
			  il tipo di sistema, la esistenza di sistemi di agevolazione dell’azione 
			  frenante (servofreno, ABS, trazione integrale, freni a disco, stato 
			  e tipo dei pneumatici etc.);  - fattori di luogo, di tempo e di modo: come la velocità, lo stato 
			  dell’asfalto, la presenza di attività meteorica, le dimensioni e 
			  l’andamento (curva, rettilineo) della strada, la visibilità etc. 
			Uno dei parametri più utilizzati per risalire alla velocità tenuta 
              dal veicolo ed alle condizioni in cui si è verificata un’azione 
              frenante consiste nella misurazione della lunghezza e delle altre 
              impronte di frenata lasciate da un veicolo sull’asfalto. Un sistema 
              che, probabilmente, si rivelerà fra qualche anno non utilizzabile 
              in virtù della sempre più diffusa adozione, sui veicoli di recente 
              costruzione, di sistemi di controllo elettronico dell’azione frenante 
              (come l’A.B.S.) i quali non consentono il “bloccaggio” delle ruote 
              ed evitano, di conseguenza, che queste ultime lascino tracce evidenti 
              sull’asfalto. 
			Soccorrono, in tali casi, altre metodiche, basate prevalentemente 
			  sul grado di deformazione di lamierati interessati dagli urti. Si 
			  ritiene qui utile, comunque, riportare le più diffuse “tabelle di 
			  frenata” che l’esperienza di vari anni ha consentito di approntare 
			  agli studiosi del settore. |